Ue-migranti: un Consiglio Affari Interni tutto in salita

Il Consiglio Affari Interni si riunirà oggi a Bruxelles dove all’ordine del giorno vi potrebbe essere la trattazione della cosiddetta “dimensione esterna delle migrazioni” e della situazione sull’isola di Lampedusa. I ministri dell’Interno dell’Ue saranno poi impegnati a discutere sul memorandum d’intesa tra Unione Europea e Tunisia e sul piano in dieci punti per la gestione delle migrazioni presentato dalla Commissione.

Si parlerà anche dell’estensione della protezione temporanea, data ai rifugiati ucraini in fuga dalla guerra, scatenata dalla Russia. Poi i ministri si confronteranno con i colleghi di 14 Paesi latino-americani, principalmente sulla lotta contro il traffico di droga. Il vicepresidente Margaritis Schinas, di ritorno da un viaggio in alcuni Paesi africani (Guinea, Costa d’Avorio, Senegal), informerà i ministri sui colloqui avuti nei tre Paesi di origine dei migranti irregolari.

Sul fenomeno migratorio e sulle politiche che si vogliono portare avanti in senso comunitario, anche se tutti i Paesi membri rimangono abbottonati e molto diffidenti, la Germania, secondo fonti accredidate al Consiglio Ue, ha mostrato alcune aperture in grado di iniziare ad intavolare un discorso per giungere ad una specie di accordo politico. Gli altri Stati diffidenti sono Polonia, Ungheria, Austria e Repubblica Ceca).

Una volta assicurata la maggioranza qualificata, l’intesa sulla posizione comune può eventualmente anche essere formalizzata in un Coreper – comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue. Sui temi del Coreper di interesse dell’Italia, finora non ci sono stati dibattiti in concreto sulla possibilità di istituire una missione navale europea nel Mediterraneo Centrale per tentare di ridurre i flussi migratori dal Nordafrica, ha spiegato una fonte all’agenzia italiana Adnkronos. Nel Mediterraneo Centrale, ha ricordato, “ci sono già state operazioni navali nel passato, come Sophia, voluta dall’allora Alta Rappresentante Federica Mogherini. Missione che venne ‘terminata’ per volontà del governo Conte uno, che la riteneva una fonte di arrivi di migranti irregolari salvati in mare”.

Un’operazione navale “comporta vantaggi e svantaggi”, nota la fonte Ue, “dipende da come la si fa e dal momento in cui la si fa”. Anche a Roma sono ben consapevoli che una missione navale nel Mediterraneo non si può fare senza l’accordo e la cooperazione dei tunisini. E’ questo che “bisogna valutare” prima di, eventualmente, procedere, ha osservato la fonte. Un eventuale “blocco navale” al largo della Tunisia è ovviamente fuori discussione: “Non è sul tavolo”, ha detto Manfred Weber, ricordando l’importanza di lavorare con i nostri “partner tunisini”. Anche l’idea di istituire una zona Sar, Search And Rescue (ricerca e soccorso), per la Tunisia, sul modello di quella libica, “è una proposta”, ma, “come sappiamo, può essere rischiosa”.

Per ora, comunque, “non abbiamo avuto discussioni su cose così concrete nel Coreper”, ha spiegato la fonte Ue. La Commissione Europea, di fronte alle mosse del presidente tunisino Kais Saied, che ha cancellato sine die la visita di una delegazione di funzionari Ue di alto livello, non si impressiona: l’esecutivo, ha detto una portavoce, “si è offerta di mandare una delegazione” di funzionari in Tunisia per lavorare sulla concretizzazione del memorandum d’intesa Ue-Tunisia “già questa settimana. Non succederà: continuiamo le discussioni per vedere” quando la “missione di alto livello” potrà recarsi nel Paese nordafricano. “Continuiamo il lavoro, a livello tecnico e politico, per far avanzare il memorandum”.

Sul memorandum d’intesa Ue-Tunisia, tra il Consiglio dell’Ue e la Commissione Europea c’è un “dialogo continuo”, sia “su quello che ci piace” del testo, sia “su quello che non ci piace”, sia su “come debba essere attuato”, ha spiegato l’alto funzionario. I rapporti con la Tunisia e la gestione dei flussi migratori saranno poi sul tavolo dei leader Ue sia la settimana prossima a Granada, nel Consiglio Europeo informale, che in quello formale di fine ottobre a Bruxelles. Riguardo all’affidabilità come controparte del presidente tunisino Kais Saied occorre essere più pragmatici: “Gli interlocutori possono piacerci o meno”, ma per la Tunisia “non ne conosco altri”, fa notare la fonte Ue. Volenti o nolenti, il fatto è che “nessuno si sceglie i propri vicini”, enfatizza un’altra fonte diplomatica in seno al Consiglio Ue.

Subscribe to our newsletter!

Ue-migranti: un Consiglio Affari Interni tutto in salita

| ATTUALITA' |