Paesi dell’Unione Europea e del partenariato orientale hanno messo i capisaldi per attività’ di cooperazione nel settore energetico, lotta alla propaganda russa, dialogo “dove appropriato” in materia di sicurezza e difesa comune, impegni per accordi in materia di aviazione civile, e la ferma volontà che “quanto prima” si possano fare passi avanti verso una nuova, piu’ avanzata cooperazione economico-politica. E’ su tutto questo che i Paesi dell’Ue e i Paesi del partenariato orientale – Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia, Ucraina – si sono detti d’accordo a lavorare da qui al 2019, quando le parti si ritroveranno sedute tutte attorno alla stesso tavolo per valutare progressi e discutere dei passi avanti. Il summit dei leader dei Paesi dell’Unione europea e quelli dell’Europa orientale ha tracciato la roadmap per le relazioni da qui in avanti. Poche le intese siglate, e in realta’ non erano attese. A fine giornata si firma solo la cooperazione rafforzata e comprensiva con l’Armenia e un nuovo accordo per l’area comune dell’aviazione civile con la stessa repubblica caucasica, ma analoghi accordi con Ucraina, Azerbaijan non e’ stato possibile chiuderli per assenza delle condizioni necessarie. L’Ue si e’ mostrata politicamente frammentata. Mancavano i leader di sei Stati Membri (Cipro, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna), rimpiazzati da ministri degli Esteri o degli Affari europei. Solo l’Italia ha pensato di non portare a Bruxelles nemmeno un ministro (presente Mario Giro, viceministro degli Esteri). Le parti hanno convenuto di impegnati a “stimolare la sicurezza energetica attraverso interconnessioni”, il che vuol dire “rendere operativo lo strategico corridoio meridionale del gas” che estrometterebbe la Russia dalle forniture di gas in Europa. Ue e Paesi dell’est sono decisi poi a “sviluppare, dove appropriato, un dialogo sulla sicurezza e sulla cooperazione nell’area della politica di sicurezza e difesa comune”, e a investire nella “comunicazione strategica” quale elemento di difesa alla “disinformazione” nell’area. Si tratta di risposte alla propaganda russa, non citata espressamente nelle conclusioni finali. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha quindi sottolineato che l’incontro di oggi e’ servito come base per progressi di cooperazione “in un numero di aree specifiche quali piccole e medie imprese, economia digitale, banda larga, trasporti e infrastrutture”.