L’Italia vuole fermate le navi della missione Sophia, targata Ue e dopo i primi tentennamenti dovuti alla flebile reazione europea il governo ha deciso di provare a trovare una soluzione con i partner nelle prossime settimane. Ieri a Vienna, scrive La Stampa, le dichiarazioni di sfida del vicepremier Matteo Salvini hanno lasciato il posto alla diplomazia di Enzo Moavero Milanesi, secondo il quale il termine di cinque settimane “concesso” all’Ue a fine luglio “non era perentorio”, ma soltanto “orientativo”.
E due episodi in particolare hanno mostrato il lavoro di «ricucitura» che il ministro degli Esteri sta cercando faticosamente di portare avanti ai tavoli europei. Durante la riunione di ieri si è avvicinato a Josep Borrell, ministro degli Esteri spagnolo. Lo ha preso sottobraccio e i due si sono appartati per una chiacchierata a quattr’occhi. I rapporti tra Roma e Madrid sono tesissimi. La Spagna è diventata la principale porta d’accesso all’Europa (33.377 arrivi dall’inizio dell’anno contro i 19.897 in Italia). Moavero ha così cercato di riallacciare il dialogo con Borrell ricordando che gli interessi di Roma e Madrid coincidono, dunque bisognerebbe muoversi insieme. L’interlocutore, però, si è detto convinto che i toni di sfida e i tentativi di costruire un’alleanza con i governi dell’Est Europa rischiano di compromettere il cammino dell’Italia nell’Ue. Anche per questo la Spagna si tiene ben salda l’alleanza con Parigi e Berlino. Moavero ha poi provato a mettere le cose a posto anche con Malta, andando dal collega Carmelo Abela e si è scusato per le minacce arrivate via web all’ambasciatrice maltese in Italia. La Farnesina ha anche pubblicato un tweet per prendere le distanze da quelle “dichiarazioni ingiuriose e volgari”. In questa attività di ricucitura gli spiragli annunciati da Elisabetta Trenta non si sono visti. Il ministro della Difesa aveva parlato di apertura da parte della Germania, apertura nei fatti ancora non pervenuta.
Il titolare della Farnesina ha ammesso che oggi non c’è una soluzione, ma esiste soltanto “la determinazione comune di tutti ad arrivarci”. Se ne vedranno delle belle al prossimo vertice in programma il 20 settembre, che vedrà tutti i 28 leader riuniti a Salisburgo.