(di Massimiliano D’Elia) L’11 e 12 luglio a Vilnius i 31 paesi della Nato si incontreranno per cercare di rilanciare il ruolo dell’Alleanza, in seguito alla guerra russo-ucraina. E’ evidente a tutti che ormai i principi fondatori del Patto Atlantico non sono più attuali perchè le minacce non provengono solo da Est ma anche da Sud e soprattuto da quel costituendo multipolarismo che richiede nuove strategie e soprattutto una reale unicità di intenti a livello di Alleanza, tralasciando gli sterili ed improduttivi nazionalismi propri del Vecchio Continente. Occore rivedere obiettivi e piani strategici e rendere la componente militare davvero interoperabile e pronta, con breve prevviso, ad ogni evenienza anche impiegando una grande quantità di uomini. L’auspicio è che a Vilnius si parli di Ucraina, Georgia e Svezia quali prossimi Paesi ad entrare nella Nato. Sull’Ucraina è chiaro a tutti che l’eventuale ingresso nell’Alleanza è subordinato alla fine della guerra. Nel frattempo si stanno adeguando gli armamenti di Kiev agli standard Nato. A Vilnius gli alleati ribadiranno ad Erdogan la necessità di ritirare il veto turco contro l’adesione della Svezia nella Nato.
A preannuciare il tenore del vertice ci ha pensato ieri in conferenza stampa il segretario generale Stoltenberg: “A Vilnius mi aspetto che tutti i leader riaffermeranno che l’Ucraina diventerà un membro della Nato. Mi aspetto che i leader alleati concordino su un pacchetto di tre elementi, per portare l’Ucraina più vicina alla Nato“.
I paesi membri discuteranno, di fatto, di 3 nuovi piani per la difesa dell’Alleanza, con il coinvolgimento di 300mila militari.
Sui piani Stoltenberg ha detto: “Faremo anche altri grandi passi per rafforzare la nostra difesa e la deterrenza, con tre nuovi piani regionali di difesa, per contrastare le due maggiori minacce alla nostra Alleanza, la Russia e il terrorismo. Avremo un piano per il Nord, l’Atlantico e l’Artico, un piano per il Centro, che coprirà l’Europa Centrale e il Baltico, e un altro per il Mediterraneo e il Mar Nero. Per eseguire questi piani metteremo 300mila soldati in uno stato maggiore di prontezza, incluse sostanziose forze da combattimento aeree e navali”.
Sull’Ucraina il Segretario Generale: “Prima di tutto, concorderemo un programma pluriennale di assistenza, per assicurare la piena interoperabilità tra le forze armate ucraine e la Nato. Inoltre, rafforzeremo i nostri legami politici creando il Consiglio Nato-Ucraina e, terzo, mi aspetto che tutti i leader riaffermeranno che l’Ucraina diventerà un membro della Nato“.
“Gli alleati – continua Stoltenberg – hanno promesso 500 milioni di euro per bisogni fondamentali, come carburante, forniture mediche, attrezzature per lo sminamento”, continua, spiegando che gli alleati “aiuteranno a costruire il settore sicurezza e difesa, anche con ospedali militari. Aiuteremo l’Ucraina a compiere la transizione dagli standard e dai mezzi dell’era sovietica a quelli della Nato. Il presidente Volodymyr Zelensky si unirà a noi per l’incontro inaugurale del Consiglio Nato-Ucraina, che sarà una piattaforma per le consultazioni e le decisioni nelle crisi. Siederemo tutti come eguali, per affrontare le preoccupazioni comuni in materia di sicurezza”, afferma ancora. La Nato deciderà nel summit di Vilnius di istituire un Consiglio Nato-Ucraina, che servirà “ai 31 alleati, spero presto 32, e a Kiev” di decidere “insieme”, come “eguali”, che cosa fare, e “il primo incontro si terrà la settimana prossima” nella capitale lituana, spiega il segretario generale.
Le novità sul campo
Gli Stati Uniti, nel frattempo, hanno deciso di inviare in Ucraina le tanto contestate bombe a grappolo, notoriamente vietate vietate in oltre 100 Paesi.
In queste ore si decide anche di sbloccare l’accordo sul grano che permette di far attraversare il prezioso frumento tramite il Mar Nero.
Il ruolo della CIA
I giornali americani parlano di un patto non scritto per evitare che il Cremlino provochi un’escalation facendo ricorso all’atomica. “C’è una guerra clandestina, con regole clandestine, alla base di quello che sta accadendo in Ucraina“, ha spiegato ad Arkin un funzionario dell’amministrazione Biden. “La Cia è sul terreno, ma questa non è affatto una cosa negativa“. In Ucraina, secondo Arkin, non ci sarebbero mai più di cento uomini. Gli aiuti, invece, seguono due canali, uno pubblico e uno clandestino. Il primo si basa sui porti di Belgio, Paesi Bassi, Germania e Polonia, da dove poi i rifornimenti arrivano in Ucraina con camion, treni e aerei; quello clandestino è affidato ad aerei commerciali e muove armi nell’Europa centrale e orientale supportando la Cia.
Il patto Usa-Russia e Usa-Ucraina: gli americani non combatteranno sul campo mentre i russi non attaccheranno altri Paesi, rispettando le linee rosse sull’utilizzo degli armamenti nucleari. Anche gli ucraini, dopo l’invasione, hanno stretto un accordo non scritto con Washington, accettando i limiti imposti da Biden sugli attacchi diretti alla Russia in cambio di armi ed intelligence.
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