Umiliazione in caserma durante il cambio turno: un gesto di bullismo denunciato dai colleghi porta l’ufficiale a processo per ingiuria aggravata
di Francesco Matera
La Procura militare di Verona ha concluso le indagini preliminari e ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri accusato di ingiuria aggravata ad inferiore. L’episodio risale a maggio scorso ed è avvenuto all’interno di una caserma situata nella provincia di Modena.
Secondo la ricostruzione dei fatti, riportata da Il Resto del Carlino Modena, durante un’ispezione nel momento del cambio turno, l’ufficiale avrebbe compiuto un gesto considerato umiliante e offensivo nei confronti di una giovane carabiniera: con una penna, le avrebbe scritto un “visto” sul volto, un modo inappropriato e denigrante per “firmare” l’ordine di servizio. Il gesto, compiuto davanti ad altri colleghi presenti sul posto, è stato immediatamente percepito come un atto di bullismo, tale da spingere alcuni dei presenti a riferire l’accaduto ai superiori.
A seguito della segnalazione, il comando provinciale aveva ritenuto opportuno inoltrare un rapporto all’autorità giudiziaria militare competente, dando così avvio all’indagine. La situazione era apparsa fin da subito grave, tanto che l’ufficiale coinvolto è stato trasferito ad altra sede in via cautelativa.
Ora, con la conclusione delle indagini, è stata fissata un’udienza preliminare per l’11 febbraio presso il tribunale militare di Verona, durante la quale si deciderà se l’ufficiale dovrà affrontare un processo per le accuse mosse nei suoi confronti. L’ipotesi di reato formulata è quella di ingiuria aggravata, in quanto rivolta a un inferiore gerarchico, configurando così un abuso di potere all’interno di un contesto militare che richiede rigore e rispetto dei rapporti tra superiori e subordinati.
Il caso ha sollevato un acceso dibattito all’interno dell’Arma e dell’opinione pubblica. La vicenda rappresenta un raro ma significativo esempio di come atteggiamenti autoritari e vessatori possano emergere anche in un contesto militare, regolato da precise norme comportamentali.
Da parte dell’Arma dei Carabinieri, l’intervento tempestivo e la segnalazione ai superiori hanno dimostrato la volontà di non sottovalutare episodi di questo tipo, che rischiano di minare la fiducia nei valori di disciplina, correttezza e rispetto che rappresentano le fondamenta dell’Arma e delle forze armate.
La giovane carabiniera coinvolta ha ricevuto il supporto dei superiori e dei colleghi, un segnale importante per contrastare tutti gli abusi e garantire un ambiente di lavoro sereno e rispettoso dei ruoli. L’udienza di febbraio sarà un momento chiave per stabilire la verità e, nel caso, le responsabilità di chi si è reso protagonista di un gesto che ha avuto ripercussioni umane e professionali all’interno della caserma.
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