(di Nicola Simonetti) Gli uomini del primo ventennio del nuovo secolo? Sempre più stressati ed uno su 10 di loro soffre di un disturbo di salute derivante dalla situazione e, per 6 su 10, l’attività lavorativa (accentuata soprattutto dalla crisi susseguente alla crisi economica del 2008) è la principale causa di stress e disturbi: una situazione, questa, che si protrarrà fino alla pensione.
A dimostrarlo, una ricerca condotta da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica).
Uomini tutti lavoro (56%), famiglia e figli (52%) e vita di coppia (46%), mentre, a tempo libero ed esercizio fisico si dedicano poco (in parte, peraltro, ne dichiarano di più). Essi soffrono la situazione che li stressa e si dicono pronti, se fosse possibile, a dedicarsi (64%) alla vita di coppia, il 61% a figli e famiglia, ma anche ad attività culturali e relax (60%).
Anche le donne confermano totalmente questa visione e riconoscono come gli uomini dedichino la maggior parte del tempo al lavoro anche se vorrebbero passarne di più con i propri cari.
“Lo stress – spiega il prof. Piero Barbanti, neurologo università San Raffaele, Roma – è un meccanismo di risposta del nostro organismo per ricostruire un equilibrio alterato da perturbazione esterna o interna ad esso. Se ci pensiamo bene, le conseguenze fisiche dello stress, quali le palpitazioni, l’aumento della frequenza del respiro e della contrazione muscolare, sono tutte volte a superare tale perturbazione. Lo stress è il prodotto di un rapporto stretto tra cervello, ipotalamo, ipofisi e surrene – un legame cioè tra la parte emotiva e la parte ghiandolare – che ci permette di concentrare tutte le nostre energie per superare le difficoltà. E basta poco perché cervello ed organismo siano inondati dagli ormoni che rendono possibili reazioni di difesa-offesa.
Lo stress può però trasformarsi in una vera patologia quando esso si protrae nel tempo, persino nel caso in cui si sia concluso l’evento scatenante. In soggetti predisposti (quali gli ansiosi), la reazione stressante compare anche in assenza di eventi apprezzabili.
Uomini e donne – ribadisce Barbanti – rispondono diversamente allo stress. L’uomo gli è tendenzialmente più resiliente perché egli possiede una risposta nervosa più stabile, mentre, nella donna, questa è influenzata dalla fase dal ciclo ormonale. Inoltre, il cervello-donna ha percentualmente più sostanza grigia e quindi maggior numero di connessioni nervose e, quindi, è inevitabilmente più soggetto a perturbazioni.
Tuttavia, lo stress può determinare conseguenze più gravi nell’uomo.
In età adolescenziale, ad esempio, gli eventi di vita stressanti tendono a provocare nel sesso femminile più frequentemente reazioni dello spettro affettivo, come ansia e depressione, mentre, nel maschio, essi tendono ad innescare reazioni psicotiche.
Il tradizionale triangolo “lavoro-famiglia-amici (al bar)” oggi è saltato: il lavoro resta la maggior causa, in aumento, di stress; gli altri due “angoli”, un tempo “compensatori” – sono molto meno solide: la famiglia come istituzione è in crisi, con crescita di separazioni e persone single, mentre lo svago è diventato più costoso e più difficile di un tempo e lo stress aumenta.
Stress anche per la donna ma perché essa ha creato un proprio triangolo: famiglia-figli-lavoro.
E lo stress bisex (minore e diverso il femminile) induce abuso di sostanze, alcoliche e psicotrope specie nell’uomo che crea un corto circuito negativo.
E, per il Re nudo, è subito crisi di ruolo. I profondi cambiamenti del mondo femminile non ne sono estranei. L’uomo non vi trova più l’interlocutrice positiva la cui funzione compensatoria/consolatoria è venuta meno chè, anzi, essa gli diventa competitrice in ogni campo.
Stereotipi del passato dove siete?
E, il Re diviene ancor più spoglio, vien meno la propria identità, monta la frustrazione, non riesce a gestire la situazione ed è subito stress cui, peraltro – a differenza che nella donna – egli non è “adatto”.
Il ricorso facile del maschio agli ansiolitici (da sempre regno femminile) – diventa quasi regola.
Ma lo stress differisce per sesso: nella donna, somatizzazioni di tipo gastrointestinali e cefalee; negli uomini, l’insonnia, seguita da problemi cardiologici, digestivi e, in parte, cefalee.
Il “vulnus” più “punitivo” per l’uomo è rappresentato da disfunzioni della sfera sessuale stress-collegati, soprattutto tra i giovani. Viagra e dintorni sono la scappatoia richiesta (a volte anche causa di flop) In questi casi, oltre ai farmaci di automedicazione che possono alleviare i disturbi, è importante agire a livello psicologico, contro un cervello che in questi casi è troppo ‘attivo’.
Ansia e depressione sono “figlie dello stress” poiché – continua Barbanti – il cortisolo liberato dal surrene su ordine del cervello induce la produzione di citochine infiammatorie che producono effetti in aree sensibili della “scatola nera”e questo motiva le attuali ricerche rivolte ad individuare, contro la depressione, farmaci antinfiammatori.
In caso di stress – evidenzia la ricerca – l’automedicazione e i farmaci da banco sono i rimedi più utilizzati(40,3%). Quando chiedono consiglio gli uomini si rivolgono principalmente ai professionisti della salute, al medico di famiglia (31,3%) e al farmacista (17,6%). Solo il 12,0% dichiara di affidarsi alle cure di una donna, sfatando lo stereotipo degli uomini che non si prendono attivamente cura della propria salute. Tuttavia, è interessante notare come la presenza femminile diventi marginale dai 40 anni in poi, segno di come sia ancora la mamma la donna a cui i ragazzi e i giovani adulti si affidano.
I farmaci di automedicazione – riconoscibili grazie alla presenza del bollino rosso che sorride sulla confezione – utili alleati contro i disturbi del sonno, sono i farmacia, a base di valeriana, da sola o in associazione con altri principi naturali come la passiflora. Per combattere le tensioni muscolari è possibile ricorrere a farmaci da applicare localmente, come pomate, creme, gel, cerotti ad azione antinfiammatoria e antidolorifica. Utili possono essere anche farmaci muscolo rilassanti; per tacitare il mal di testa, i farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), in compresse o bustine, possono rivelarsi strumenti terapeutici in grado di contrastare dolore e infiammazione.
Solo pillole, sciroppi e dintorni? Non solo, ma – dice Barbanti – “Due cose sono vitali nella gestione dello stress: il pensiero e il tempo. Il pensiero perché lo stress non è qualcosa che arriva dall’alto ma è la conseguenza di come affrontiamo gli eventi della vita. Dobbiamo quindi riconsiderare il rapporto con noi stessi, con gli altri e con il lavoro. Il tempo perché dobbiamo creare spazi di tempo libero all’interno della giornata, allontanandoci dalla tecnologia e riservandoci dei momenti per l’attività fisica, la riflessione,l’immaginazione e il sogno. Solo questo può consentire al cervello di recuperare”.
Uomo, avanti tutta.