Nel fine settimana in cui i sette grandi della terra si incontrano in Giappone, il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin ieri ha relazionato il Congresso su come il Pentagono intenda spendere centinaia di milioni di dollari quest’anno per nuove armi e preparativi militari, come deterrenza al crescente pericolo di una guerra con la Cina.
“Pechino ha aumentato le provocazioni nell’Indo-Pacifico”, ha detto Austin dinanzi alla commissione per gli stanziamenti del Senato. “Pechino sta perseguendo uno storico potenziamento militare, anche nello spazio e nel cyberspazio. Certo è che la guerra non è né imminente né inevitabile, ma dobbiamo affrontare la crescente assertività della Cina”.
Sono aumentati i voli di aerei militari vicino a Taiwan con il chiaro scopo provocatorio. Hanno sparato con il laser contro una nave filippina e hanno effettuato manovre aeree rischiose vicino ad aerei statunitensi ed alleati che pattugliavano la regione.
Il segretario della Difesa Usa ha chiesto al governo lo stanziamento di 9,1 miliardi di dollari per la Pacific Deterrence Initiative del Pentagono. La richiesta di finanziamento è del 40% in più rispetto a quanto speso per il programma lo scorso anno e sarà utilizzato per armi ed infrastrutture nella regione dell’indo-pacifico.
Austin ha affermato che lo sforzo deve coinvolgere sia il Dipartimento di Stato, attraverso la sua diplomazia, sia il Dipartimento del Commercio per impedire alla tecnologia statunitense di rimanere indietro rispetto al rafforzamento militare cinese. A livello regionale, Austin ha affermato che un elemento chiave della strategia è lavorare con gli alleati. Nello specifico ha detto di voler continuare ad aiutare l’Australia a costruire sottomarini d’attacco a propulsione nucleare e sostenere l’immagazzinamento di missili d’attacco a lungo raggio da parte del Giappone.
Austin ha poi affermato che il rafforzamento delle difese di Taiwan è una priorità assoluta, dal momento che Pechino sta pianificando un’operazione militare contro la democrazia dell’isola nei prossimi anni.
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Il G7 in Giappone
Ieri premier giapponese Fumio Kishida ha anticipato i bullet che i sette big tratteranno questo fine settimana: Ucraina, cambiamento climatico e Cina. Mentre gli europei vogliono puntare sugli sforzi per aiutare Kiev l’America è orientata più nel contrastare l’evidente espansionismo cinese.
Al riguardo Antony Blinken ha detto che occorre guardare a sud del mondo, l’Africa che è corteggiata dalla Cina con investimenti, infrastrutture e lauti prestiti decennali.
L’America vuole quindi convogliare le attenzioni degli alleati per azioni in funzione anti-espansionismo cinese.
L’interscambio fra Cina e Africa è stato lo scorso anno di 165 miliardi di dollari, oltre il triplo di quello Usa. Solo un Occidente compatto può competere. Non è un caso, infatti, che il premier giapponese abbia invitato l’Unione africana ai lavori del G7.
Da Meloni, Biden attende rassicurazioni sull’abbandono del memorandum sulla Via della Seta. La premier ha detto che ne parlerà durante la sessione dedicata.
Washington, scrive la Stampa, intende portare la discussione sull’export di tecnologia e di software per impedire a Pechino di accelerare sulla strada dell’intelligenza artificiale.
Biden parlerà anche di difesa di Taiwan.