Il duro confronto finanziario tra Usa e Cina ora si sposta sull’oro nero. Dal prossimo 4 novembre infatti gli Stati Uniti hanno in programma di bandire l’acquisto di petrolio iraniano e tutte le transazioni con la Banca centrale di Tehran e le istituzioni finanziarie che violeranno queste sanzioni perderanno l’accesso ai sistemi di pagamento basati sul dollaro.
Pechino si preparano a sfidare gli Usa. Lu Kang, portavoce del ministro deli Esteri cinese ha dichiarato che “La Cina e l’Iran sono paesi amici, manteniamo scambi ordinari e una cooperazione basata sui rispettivi obblighi nel contesto del diritto internazionale, inclusi i campi dell’economia, del commercio e dell’energia. Tutto questo è del tutto incontestabile”.
La Cina, che è di gran lunga il primo importatore mondiale di petrolio iraniano, con una media giornaliera di circa 650mila barili giornalieri tra novembre 2017 e aprile di quest’anno, per evitare le transazioni utilizzando la moneta americana, ha lanciato, lo scorso marzo, i propri future petroliferi denominati in yuan così come già fatto nel 2012 quando Teheran era sottoposta a sanzioni simili a quelle che entreranno in vigore alla fine dell’anno.