La sicurezza della rete passa al Pentagono. Non parliamo di sicurezza fisica delle reti ma di scoprire “fake news” che come visto se usate in maniera massiva possono condizionare campagne politiche ma anche i comportamenti della popolazione. Corsera riporta che l’USAF, l’Aeronautica americana starebbe sviluppando un software capace di scandagliare in modo automatico i contenuti che circolano in rete intercettando quelli palesemente falsi. In molti pensano che non debbano essere i militari ad effettuare tale controllo. Anche se internet nasce proprio da una rete interna militare (Darpa) poi rilasciata all’uso commerciale trent’anni fa dall’amministrazione di Bill Clinton. Lo Special Operations Command dell’Aeronautica Militare statunitense sarà il comando che vigilerà sulle fake news. La decisione di affidare tale compito ai militari poiché è stato visto che la disinformazione può compromettere campagne militari, ovvero far vincere guerre senza sparare un colpo di fucile. Ha fatto scuola l’influenza russa sulle forze separatiste ucraine mediante la guerra ibrida, influenza che ha portato effetti concreti sul terreno. Guerra ibrida, una guerra sul campo ma anche soprattutto sui media, significa avere una guerra calda in un posto e generare disinformazione sia nella popolazione coinvolta che nell’opinione pubblica mondiale. Quindi la disinformazione e la propaganda, soprattutto attraverso le fake news, devono raggiungere l’obiettivo di destabilizzare intere regioni o continenti. Per fronteggiare le fake news Viktor Hamotskyi, console ucraino a Napoli ha detto: “Più la gente legge, più s’interessa e più è coinvolta nella fase politica. Però è anche vero che oggi è più difficile trovare la verità, perché ti cadono addosso tante notizie. Leggendo un articolo bisogna andare a trovare altre fonti, non farsi accattivare solo dalla prima notizia che appare sullo schermo e ad arrivare a conclusioni affrettate. Questa è la guerra per le menti. In rete appare una notizia e poi scompare, non rimane fissa come può essere la stampa cartacea dove la notizia rimane scritta con l’inchiostro. La protezione delle menti, del ragionamento dei cittadini è un altro baluardo della democrazia che bisogna proteggere e coltivare”. Ma controllare la rete serve anche per attività militari denominate di “psyops”. Attività che mirano ad informare la popolazione in territori aree di operazioni. Ecco un esempio, invece, di disinformazione: Un raid aereo che raggiunge i suoi obiettivi può, ad esempio, essere presentato alle opinioni pubbliche come un’operazione fallimentare, che provoca danni collaterali e vittime di fuoco amico. Ecco che entra in campo l’Air Force Usa che aiutata da società private specializzate nella costruzione di reti neurali come Primer, analizzano i contenuti in rete, valutano l’attendibilità delle fonti. Un lavoro duro per una democrazia, mentre un regime autoritario, che non ha il problema di difendere la sua credibilità davanti all’opinione pubblica, può mentire con maggiore disinvoltura. L’articolo del Corriere della Sera poi fa una considerazione molto “sconvolgente”: “Meglio pensarci bene: il passo successivo è lo sviluppo di un software che valuta l’accuratezza delle fonti e stabilisce una classifica della credibilità degli organi d’informazione. Che a sia il Pentagono non può non suscitare una certa inquietudine“.