Subito le smentite. Si affrettano alla Casa Bianca a riportare ordine alle notizie avventate, frutto di incomprensioni. Molto deboli, tuttavia, le motivazioni a sostegno dell’equivoco.
Il tema della sostituzione era stato affrontato, ha affermato un funzionario del governo americano che ha voluto mantenere l’anonimato, e lo si deduce anche da una dichiarazione ufficiale la Casa Bianca ha risposto alle voci sull’imminente ‘dipartita’ di Tillerson: “Non ci sono, al momento, annunci sullo staff; il segretario Tillerson continua a guidare il dipartimento di Stato e l’intero gabinetto è concentrato nel completare questo primo anno di successi dell’amministrazione del presidente Trump”, ha specificato la portavoce Sarah Sanders, lasciando però con l’incidentale “al momento” spazio aperto a possibili sostituzioni in futuro. “Come abbiamo detto molte volte se il presidente perde la fiducia in qualcuno questo non presta più il suo servizio – ha poi voluto precisare Sanders – Tillerson oggi era qui e sta lavorando per contribuire alla chiusura di un anno già positivo”. Dal canto suo, Tillerson ha fatto sapere che “intende restare al suo posto”. “Il suo lavoro gli piace”, ha detto la portavoce del dipartimento di Stato, Heather Nauert, che ha però chiarito, contribuendo ad alimentare la precarietà della posizione di Tillerson, che il segretario di Stato resterà al suo posto a discrezione del presidente, ossia fino a quando Trump non deciderà altrimenti. Tillerson, ha specificato Nauert, ha un’agenda fitta di impegni confermata: la prossima settimana vedrà gli omologhi europei in incontri a Bruxelles, Stoccolma, Vienna e Parigi. “Il capo di gabinetto (della Casa Bianca, secondo il New York Times l’organizzatore della defenestrazione di Tillerson) John Kelly ci ha chiamato stamane per dirci che le voci erano false.
Questo è quanto mi è stato detto, è quanto ci è stato detto e che voi avete ascoltato dalla Casa Bianca oggi: non sono previsti annunci di cambi nell’amministrazione”.
Mentre Nauert parlava ai giornalisti, Tillerson, è trapelato, era alla Casa Bianca per un vertice con i vertici della sicurezza nazionale sulla crisi in Siria, ad ulteriore conferma che sarebbe saldo in sella. Ovviamente solo fino a quando Trump deciderà diversamente.
Secondo il Nyt il fatto che sia stata fatta filtrare la notizia, debolmente smentita, significa che Kelly, su input del presidente, che ha pessimi rapporti con Tillerson sin dallo scorso luglio, abbia voluto inviare al capo della diplomazia americana il segnale che è giunta l’ora di togliere il disturbo. Donald Trump e Rex Tillerson dissentono su tutti i principali dossier rimasti nella disponibilità del segretario di Stato (i negoziati di pace israelo-palestinesi, uno dei cardini della politica estera Usa, sono stati appaltati al genero del presidente, Jared Kushner, nominato consigliere della Casa Bianca) a partire dall’accordo sul programma nucleare iraniano – denunciato da Trump – alla crisi nordcoreana. L’episodio più eclatante risale al primo ottobre scorso, quando Tillerson si trovava in missione a Pechino per implorare l’aiuto della Cina per contenere le ambizioni nucleari di Pyongyang. Mentre Tillersone era ancora nella capitale cinese, Trump twittò un messagio di palese delegittimazione del suo segretario di Stato: “Ho avvertito Rex Tillerson, il nostro magnifico segretario di Stato, che sta perdendo il suo tempo a cercare di negoziare con il piccolo Rocket Man (il soprannome dato da Trump al dittatore Kim Jong-un, ndr). Risparmia le tue energie Rex, faremo ciò che va fatto”.
Parole brucianti anche perchè solo il giorno prima Tillerson aveva fatto sapere di aver aperto qualche canale negoziale con Pyongyang e la stessa sera il suo dipartimento di Stato aveva chiarito che dalla Corea del Nord non erano venute manifestazioni di interesse a trattare.