Dal vertice di Gedda arriva un’importante svolta nel conflitto in Ucraina. Dopo otto ore di negoziati tra le delegazioni di Kiev e Washington è stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco immediato della durata di 30 giorni. In cambio, gli Stati Uniti hanno deciso di revocare la sospensione degli aiuti militari e della condivisione di informazioni di intelligence, misure che erano state bloccate dall’amministrazione Trump nei mesi scorsi.
L’intesa, frutto di lunghe trattative tra il capo di gabinetto del presidente Zelensky, Andriy Yermak, il vice Pavlo Palisa, il ministro degli Esteri Andrii Sybiha e il ministro della Difesa Rustem Umerov, con la delegazione americana guidata dal segretario di Stato Marco Rubio e dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, potrebbe rappresentare un primo passo verso una soluzione diplomatica al conflitto.
L’accordo raggiunto mette ora la Russia davanti a una scelta cruciale. Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato che nei prossimi giorni parlerà con il presidente russo Vladimir Putin, auspicando che accetti il piano di tregua: “Ora dobbiamo parlare con la Russia, si spera che Putin sia d’accordo con il piano. Lo sentirò in settimana. Altrimenti la guerra andrà avanti”.
Secondo gli analisti, Mosca potrebbe non ritenere conveniente fermare l’offensiva in corso, soprattutto nella regione di Kursk, senza garanzie su un accordo generale per il dopoguerra. Tuttavia, un rifiuto potrebbe comportare un inasprimento delle sanzioni da parte di Washington e un aumento delle forniture militari all’Ucraina.
A confermare la pressione su Mosca è stato lo stesso Rubio, che ha dichiarato: “Ora la palla per la tregua in Ucraina è nel campo della Russia. Se dirà di no, sapremo purtroppo chi è l’ostacolo alla pace”. Nel frattempo, l’inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff è atteso domani a Mosca per presentare ufficialmente la proposta a Putin.
Oltre al cessate il fuoco, l’intesa prevede anche un accordo preliminare tra Stati Uniti e Ucraina per lo sfruttamento delle risorse minerarie presenti nel Paese, con l’obiettivo di garantire a Washington un accesso privilegiato a materie prime strategiche. Il tema è considerato di primaria importanza dall’amministrazione Trump, che mira a ridurre la dipendenza americana dalla Cina per quanto riguarda terre rare e metalli critici. Il senatore Rubio ha confermato che le trattative sull’accordo minerario sono in fase avanzata e che entrambe le parti si sono impegnate a finalizzare il documento al più presto.
Oggi a Parigi, i ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito si riuniranno per discutere della possibile creazione di una forza di peacekeeping da schierare in Ucraina per monitorare il rispetto della tregua.
Domani a Mosca, l’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, presenterà ufficialmente la proposta americana a Putin.
Sabato a Londra, il premier britannico Keir Starmer ha convocato una videoconferenza con i leader dei Paesi sostenitori della tregua per discutere le strategie future.
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