Vaccino Pfizer-Bion Tech, testato sull’uomo, non si sa ancora su cosa è efficace

A fine novembre l’Fda americana darà il via all’utilizzo del vaccino della Pfizer Bion Tech, il primo vaccino che ha completato le sperimentazioni sull’uomo. L’Ad di Pfizer, Albert Bourla parla di efficacia del 90 per cento, superando di gran lunga la soglia minima del 50 per cento fissata dall’Oms.

Le razioni dell’annuncio hanno dato qualche flebile speranza a chi si trova in prima linea per combattere un virus che ha messo a dura prova le strutture sanitarie di mezzo mondo e dato un colpo di grazia all’economia già di per sé in crisi anche prima della pandemia.

Ora si aspetta la pubblicazione ufficiale dei dati per poter essere valutati dalle autorità regolatorie dei vari stati americani  prima della commercializzazione del vaccino targato Pfizer Bion Tech.. 

La Repubblica riporta che al riguardo l’Agenzia europea del farmaco si prenderà più tempo, fino a gennaio. Il punto nodale è che non è chiaro ancora se il vaccino debella il virus oppure protegge dai sintomi del contagio.

Se l’immunità offerta dal vaccino proteggesse dai sintomi ma non dal contagio, i vaccinati potrebbero non ammalarsi ma ospitare il virus nell’organismo e trasmetterlo ai non vaccinati. In parole povere dovremmo continuare a portare le mascherine e rispettare il distanziamento sociale.

Alla notizia ancora non dimostrata con i dati scientifici le borse di tutto il mondo hanno reagito con entusiasmanti balzi in avanti. L’indice americano Dow Jones ha registrato un + 3,6%, il prezzo del petrolio è salito dell’8% e sono decollati i titoli legati ai voli aerei. 

Sul fronte degli approvvigionamenti la Commissione europea ha già negoziato con l’americana Pfizer e la tedesca BionTech un accordo che prevede l’acquisto di 200-300 milioni di dosi. 

I produttori stimano di poter consegnare al mondo 50 milioni di dosi entro il 2020 e 1,3 miliardi entro il 2021, a un prezzo orientativo di 20 dollari a dose. Il vaccino avrà bisogno di un richiamo dopo un mese e sarà sarà indicato fra 16 e 85 anni.  Un solo dubbio aleggia tra gli scienziati, ovvero se negli anziani avrà la stessa efficacia dei giovani. 

Pfizer e BionTech hanno somministrato il vaccino in  44mila volontari in Europa, Usa e Sudamerica. Dopo la somministrazione  solo 94 volontari  volontari si sono contagiati. 

Ma la corsa tra i diversi vaccini è appena iniziata, altri tre  vaccini sono vicini alla fine dei test: AstraZeneca con Oxford, la biotech americana Moderna e Johnson&Johnson. 

Pfizer e BionTech, scrive Repubblica,  usano il metodo pionieristico dell’Rna messaggero. Consiste nell’inoculare nel corpo un frammento di Rna artificiale. Entrato nelle nostre cellule, questo gene sintetico ordina loro di produrre la proteina spike, la punta della corona del coronavirus, che è capace di stimolare il sistema immunitario e generare una memoria. Quanto questa memoria sia duratura resta però da dimostrare. Pfizer spera che raggiunga almeno un anno. Se fosse inferiore, il gioco di immunizzare l’umanità intera per dover poi subito ricominciare farebbe decadere la valenza del vaccino. 

Altra incognita non meno importante riguarda la capacità di produrre e distribuire un vaccino che va mantenuto a meno 80 gradi fino alla somministrazione. Ci saranno i frigoriferi idonei allo scopo e necessari in tutto il mondo?  

Vaccino Pfizer-Bion Tech, testato sull’uomo, non si sa ancora su cosa è efficace

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