(di Andrea Pinto) Nave #Trieste del costo sontuoso di 1126 milioni di euro, pari a circa 12 #F-35 è stata varata ieri alla presenza del Capo dello Stato Sergio #Mattarella del ministro della Difesa #Trenta, di quello dello Sviluppo Economico Di Maio e dei vertici militari nei cantieri di Castellammare di Stabia di #Fincantieri.
Nonostante i pentastellati fossero contro la Legge Navale, dalla quale è nata la Trieste, ora sono tutti lì ad applaudire la nave più grande della nostra marina militare. I 5S sostengono che la nave è stata concepita anche per usi civili, ovvero per compiti “dual use”. Una specie di maschera per mitigare il potenziale strategico militare che in effetti “Trieste” possiede.
Al di là delle “chiacchiere” la nostra cantieristica sorride orgogliosa e nel cantiere di Castellammare si aprono nuove prospettive di sviluppo, dove ieri Di Maio, prima delle elezioni europee ha promesso l’arrivo di 110 milioni di euro entro fine anno. Felicissimi gli operai campani, all’annuncio di Di Maio, hanno intonato l’inno nazionale, seguito da un fragoroso, “lavoro, lavoro, lavoro….!!!”.
L’unità e una LHD-Landing Helicopter Deck, portaelicotteri da sbarco anfibio – che potrà essere utilizzata anche in operazioni di Protezione Civile. Prenderà il posto della vecchia portaerei Garibaldi e della nave da sbarco San Giusto. Le dimensioni sono notevoli, 215 metri (uno più della portaerei Cavour, nostra ammiraglia) e 33 mila tonnellate di stazza (contro le 27.900 della Cavour). La nave può garantire l’operatività di un battaglione di 600 uomini. Dotata di un bacino di sbarco allagabile al di sotto dell’hangar, che consente di utilizzare 4 mezzi anfibi Lem o hovercraft in grado di portare ciascuno a terra 300 soldati o un carro Ariete e 5 blindati Linee. Ha radar avanzatissimi e protezione missilistica e con cannoni a tiro rapido, un ospedale. Il ponte di volo è lungo 230 metri per 36 e la Trieste può ospitare 30/32 aeromobili, tra i quali 14 aerei e i restanti elicotteri.
Per quanto riguarda i velivoli ci sono i tanto “citati” F-35B (versione a decollo verticale). In totale la marina militare ne dovrebbe avere 15 esemplari. Si parla di condizionale perchè, come riporta QN (non si comprende, ovvero non viene citata la fonte di questa affermazione) ne servirebbero 21/22 per equipaggiare il gruppo di volo della portaerei Cavour.
Un messaggio di pericolo per l’Aeronautica Militare che dovrà sostituire proprio con 75 F-35 (60A e 15B) circa 200 velivoli che tra qualche anno non saranno altro che pezzi di ferro “vecchi”, avendo terminato il ciclo operativo.
A quanto pare, quindi, così come riportato da QN la marina militare starebbe puntando ad altri F-35B oltre i 15 esemplari previsti, a discapito dell’Aeronautica militare. Si spera nell’intera vicenda che non si assista ad una “fastidiosa” e “deprimente” guerra tra poveri. I poveri sono le forze armate italiane costrette a “mordersi” alle spalle per accaparrarsi i mezzi militari per poter svolgere compiti “istituzionali”.
Così Alessandro Farruggia su QN
E sugli aerei iniziano i problemi. Allo stato, la Marina Militare dovrebbe ricevere solo 15 F35B, la versione per imbarco in mezzi navali che dovrà rimpiazzare gli Av8-b plus Harrier II dell’aviazione di Marina. Basteranno, a stento (ne servirebbero 21/22) per equipaggiare il gruppo di volo della portaerei Cavour. La Trieste, allo stato, è così senza aerei perché 15 B35B andranno sulla Cavour e gli altri 15 F35B acquistati/prenotati dall’Italia andranno all’Aeronautica Militare. Cioè, abbiamo speso 1.126 milioni di euro per la Trieste ma diamo all’Aeronautica per ragioni di ‘bilanciamento’ tra forze armate – la metà dei 30 F35B che avremo, non sfruttando tutte le potenzialità della Trieste. Considerando che quel tipo di F35 è più caro e meno performante della versione ‘normale’ perché è pensato specificatamente per l’uso su portaerei e che l’Aeronautica avrà comunque altri 60 F35 ‘normali’ è un vero non senso. Ma anche questa è l’Italia.