Roma, agosto 2017, anche quest’anno come ogni anno è colma di turisti provenienti da tutto il mondo. Tra le mete più gettonate non si può non andare a vedere, fotografare ed ammirare l’Altare della Patria. Un monumento maestoso che raccoglie, nelle sue sculture e disegni, la storia dell’unità d’Italia. Custodisce anche il sacello del milite ignoto, il milite senza identità che simboleggia tutti i nostri connazionali che persero la vita in guerra e persero l’identità, perchè mai nessuno è riuscito a trovare i loro corpi. L’Altare della Patria ha, quindi, un altissimo significato istituzionale e patriottico unico e indiscusso per tutto il Paese, dalle Alpi a Lampedusa.
Colpa di Lucifero, colpa della siccità, colpa delle ordinanze per combattere l’emergenza idrica, qualcuno ha pensato bene di ridurre/togliere l’irrigazione alle porzioni di manto erboso di Piazza Venezia ed aree circostanti. Il risultato? Uno spettacolo desolante. Una cattedrale, l’Altare della Patria con il Colosseo alle spalle, con erbetta ingiallita e secca. Che Vergogna!
Un Paese del G7, G20 etc., che non riesce ad innaffiare alcune porzioni di prato, anzi del prato, proprio quello più importante che è il biglietto da visita del nostro Paese, insieme a tutta l’area del centro romano. Vergogna, Vergogna e Vergogna!
Si riporta la storia e il significato del Vittoriano e dell’Altare della Patria a chi lo avesse dimenticato, oppure a chi non lo avesse mai studiato, letto.
di Massimiliano D’Elia
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Il Vittoriano
Il nome deriva da Vittorio Emanuele II, il primo re d’Italia.
Alla sua morte, nel 1878, fu deciso di innalzare un monumento che celebrasse il Padre della Patria e con lui l’intera stagione risorgimentale.
Il Vittoriano doveva essere uno spazio aperto ai cittadini. Il complesso monumentale venne inaugurato da Vittorio Emanuele III il 4 giugno 1911.
Fu il momento culminante dell’Esposizione Internazionale che celebrava i cinquanta anni dell’Italia unita.
Nel complesso monumentale, sotto la statua della Dea Roma, è stata tumulata, il 4 novembre del 1921, la salma del Milite Ignoto in memoria dei tanti militari caduti in guerra e di cui non si conosce il nome o il luogo di sepoltura.
L’Altare della Patria
L’altare della Patria è solo una porzione del complesso, nata da un’idea del 1906.
Il concorso venne vinto dallo scultore bresciano Angelo Zanelli.
L’edicola al centro dell’Altare della Patria con la statua della dea Roma e la Tomba del Milite Ignoto.
Bassorilievo di sinistra:
L’industria: dalla lunga trave, sorretta dall’homo faber, pende la pesante incudine. Una mano femminile poggia sull’incudine una corona di quercia, simbolo della forza. Il genio alato del Lavoro, poggiandosi sulla fatica umana, sta per salire vittorioso sul grande aratro trionfale. L’agricoltura: allevamento, mietitura, vendemmia e irrigazione.
Bassorilievo di destra:
Tre figure femminili offrono a Roma corone onorarie, seguite dai labari, le insegne delle legioni. Sulla biga trionfale stanno il genio vittorioso dell’Amore di Patria e l’Eroe, appoggiato alla grande spada dei Titani. Due donne tengono in mano il suo mantello. Anche in questo ciclo troviamo il motivo della lunga trave, dalla quale pende il braciere del fuoco sacro.
I Valori degli italiani
Sei gruppi rappresentano allegorie dei valori civili del popolo italiano.
Due sono in bronzo dorato e quattro in botticino, il marmo bresciano che riveste il monumento.
Forza, Diritto, Concordia, Azione, Pensiero, Sacrificio
Le città e le regioni d’Italia
Regioni e città sono elementi centrali del complesso.
Ognuna delle statue delle sedici Regioni italiane di fine Ottocento venne affidata ad uno scultore di quella stessa Regione. Le statue delle quattordici città che furono capitali o Repubbliche marinare sono di Eugenio Maccagnani.
Ferrara, Torino, Urbino, Amalfi, Napoli, Bologna, Firenze, Venezia, Genova, Palermo, Pisa, Ravenna, Mantova,Milano
“UNITA’ DELLA PATRIA”, “LIBERTA’ DEI CITTADINI”
Il tema centrale di tutto il monumento è rappresentato dalle due iscrizioni sui propilei:
“PATRIAE UNITATI” “CIVIUM LIBERTATI”, “All’unità della patria” “Alla libertà dei cittadini”, ciascuna posta quasi a commento delle due quadrighe di Carlo Fontana e Paolo Bartolini.
Le fontane dei due Mari
La fontana di sinistra, di Emilio Quadrelli, rappresenta il mare Adriatico, rivolto a Oriente, con il Leone di San Marco. A destra il Tirreno, di Pietro Canonica, con la lupa di Roma e la sirena Partenope.
Le quattro Vittorie Alate
Le quattro vittorie alate, come i due complessi del Pensiero e dell’Azione, erano dorate.
Furono scolpite da: Nicola Cantalamessa, Adolfo Apolloni, Mario Rutelli e Arnaldo Zocchi.
Le Quadrighe
Simboleggiano l’Unità e la Libertà.
Collocate nel 1927, portano il monumento all’altezza di 81 metri dalla quota di Piazza Venezia.
Il linguaggio delle piante
Il Vittoriano è ricco di simboli vegetali.
Ecco i più ricorrenti:
palma (vittoria);
quercia (forza);
alloro (valore, pace vittoriosa);
mirto (sacrificio);
ulivo (pace, concordia).