Cosa accadrebbe se un nostro connazionale all’estero venisse contagiato? Per fortuna, ovvero lungimiranza, abbiamo una capacità unica a livello mondiale.
(Andrea Pinto) L’Italia, insieme con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti è l’unica nazione al mondo che possiede una capacità molto speciale ed essenziale ai tempi moderni, il trasporto aereo sicuro in bio-contenimento. Una capacità offerta dall’Aeronautica Militare che ha avviato dal lontano 2006 una serie di corsi ed esercitazioni con gli ospedali Spallanzani di Roma e Sacco di Milano. L’attività di trasporto aereo con assetto di bio-contenimento è una delle eccellenze della nostra aeronautica militare, poco nota e che dovrebbe essere, invece, un motivo di orgoglio e soprattutto di riconoscenza per chi in passato ha pensato e poi attuato una capacità indispensabile, oggi diventata necessaria.
Il trasporto sanitario aereo di pazienti altamente infettivi è una capacità dell’Aeronautica Militare, come detto, unica nel panorama internazionale.
Il trasporto di pazienti infettivi (affetti da Ebola, SARS, TBC, Dengue, Monkeypox ecc.), se effettuato con procedure comuni e velivoli ordinari, espone al rischio di diffusione del contagio a livello globale.
In tali evenienze il trasporto è possibile solo tramite l’impiego di particolari sistemi d’isolamento aviotrasportabili e di personale altamente qualificato ed addestrato, che riesca a garantire elevati standard di sicurezza.
L’Aeronautica Militare ha sviluppato la capacità di evacuazione aeromedica sin dal 2005 ed è l’unica forza aerea europea, insieme alla Royal Air Force britannica, ad avere una capacità simile.
Per il trasporto poi in ospedali specializzati in Italia ci sono i mezzi di biocontenimento della Croce Rossa Italiana. Ambulanze speciali dotate di barelle chiamate Isoarc, ad alta capacità in biocontenimento e munite di appositi filtri ad altissimo livello di protezione. Sono i mezzi di cui la Croce Rossa Italiana, Reparto Sanità Pubblica, dispone in esclusiva in tutta Europa e che ha già messo in campo in passato per fronteggiare i casi sospetti di ebola in arrivo all’aeroporto di Fiumicino.
Il virus di Wuhan in Cina
Un virus di cui ancora non si conosce il modo per attaccarlo e debellarlo e che ha già causato 25 decessi e centinaia di contagiati. In Cina due città sono state messe in quarantena, si stanno studiando eventuali rimedi farmaceutici, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità riunitasi ieri ha dichiarato che non vi è un “pericolo mondiale”.
I sintomi sono simili a quello di un comuna influenza stagionale con febbre, tosse, difficoltà respiratorie e nei casi gravi polmonite o bronchite che diventano letali per i più deboli che già soffrono di patologie respiratorie.
L’Italia ha già avviato un canale di sicurezza all’aeroporto di Fiumicino dove vengono controllati con scanner di rilevamento della febbre i passeggeri in arrivo dalla Cina.
Gli esperti evidenziano che non ci sono mai stati vaccini contro i coronavirus, la famiglia cui appartiene anche il nuovo agente infettivo di Wuhan, simile alla SARS e alla MERS (sindrome mediorientale che si è diffusa nella penisola arabica). La maggior parte delle persone infettate da questi agenti patogeni guariscono spontaneamente. La trasmissione avviene da una persona infetta all’altra attraverso la saliva, con tosse e starnuti e toccando oggetti contaminati dal virus. L’incubazione, scrive Corsera è di di 5-6 giorni e i sintomi si presentano entro il decimo giorno. Fondamentale il lavaggio delle mani per 20 secondi anche con l’uso del normale sapone.
Tutti i coronavirus provengono da serbatoi animali e quello nato a Wuhan sarebbe passato dal pipistrello al serpente e poi all’uomo a causa della promiscuità di contatti avvenuti nel mercato di pesce e animali vivi della città cinese.