Così in una nota l’on. Raffaele Volpi (Lega) sull’attività del Governo, dalle risorse disponibili per il piano di Rilancio del Paese, all’esigenza di far ritornare centrale il ruolo del Parlamento per il confronto tra politica e istituzioni: “I dati di prospettiva economica non possono non allarmare in particolare se proiettati sulle probabili ricadute sociali. Il patrimono morale fortemente emerso e il rigore che gli italiani hanno dimostrato in questi difficili mesi meritano ora risposte forti, solide e chiare.
Chi ha responsabilità di governo, e oltre alle irrituali forme consultive poichè si tratta di scelte prettamente politiche, deve da subito indicare con chiarezza qual’è la proposta di bilanciamento per l’utilizzo delle provviste finanziarie, qualsiasi esse siano, tra impiego nel sostegno allo stato sociale e quello da destinare alle azioni di rilancio e sviluppo.
Proviamo però un certo disaggio nell’interpretare i percorsi politici ed istituzionali utilizzati per giungere ad azioni che diano ristoro e prospettive agli Italiani.
Strumenti non legislativi, forse in parte giustificabili nella prima parte della crisi pandemica, non trovano ora motivo di un loro reiterato utilizzo.
Una interpretazione non lucida che confonde confronto politico e confronto istituzionale ha portato prima al proliferare di organismi consultivi, collegiali non riconducibili alle architetture originali della democrazia repubblicana ed ora a inusuali percorsi consultivi extra parlamentari.
Per giungere a risultati rapidi, concreti e non rinviabili che diano immediato risostengo a famiglie e lavoratori e inneschino, in parallelo, il motore della crescita serve tornare, da subito alle più aderenti interpretazioni del dettato costituzionale che è il caposaldo della nostra Repubblica parlamentare.
Confronto politico e confronto istituzionale sono esercizi diversi, entrambi utili e complementari che trovano il loro naturale agone e il loro proficuo riscontro in forme e luoghi distinti, e loro sintesi nel luogo principe della democrazia ovvero nel Parlamento degli italiani”. Conclude la nota