Wang Yi a Mosca: “relazioni solide come una roccia”. Putin ora guarda anche alla Moldavia

(di Andrea Pinto) Ieri a Mosca alti funzionari cinesi, guidati dal massimo esponente della Commissione esteri del Partito Comunista Cinese, Wang Yi hanno incontrato Vladimir Putin confermando un’amicizia senza limiti. Gli osservatori e i comunicati stampa parlano appositamente di amicizia e non di un vero e proprio patto per non render ancora più tesa la situazione che, in molti pensano possa degenerare da un momento all’altro anche a seguito di un futile incidente. Tuttavia la Cina, alla scorsa conferenza sulla sicurezza di Monaco, si era impegnata a mediare con la Russia una soluzione politica al conflitto ucraino, consegnando un piano cinese.

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Wang Yi, il massimo diplomatico cinese, ha tenuto colloqui con il presidente russo Vladimir Putin il giorno dopo aver incontrato il capo della sicurezza moscovita e di aver affermato che le relazioni tra le nazioni sono “solide come una roccia“.

In un certo senso Wang ieri ha virato la posizione della Cina di 360 gradi rispetto alle dichiarazioni più concilianti a seguito delle accuse del segretario di Stato Usa, Antony Blinken che avvertiva Pechino sulla reazione dura americana all’invio di armi alla Russia. L’incontro tra i due diplomatici era anche incentrato sulla vicenda del pallone spia cinese abbattuto sui cieli americani e la volontà del presidente Biden di riaprire il canale di comunicazione con Xi Jinping.

Ieri russi e cinesi hanno, anche, ribadito l’intenzione di sviluppare la loro cooperazione strategica con l’obiettivo di costruire “un mondo multipolare in opposizione a ogni forma di comportamento unilaterale e prepotente“. Vale a dire la politica dell’Occidente.

La Cina non ha mai pubblicamente condannato l’invasione russa dell’Ucraina ma ha sostenuto la propaganda di Mosca secondo cui gli Stati Uniti e la Nato avrebbero provocato il Cremlino. La Cina ha poi da sempre condannato le sanzioni imposte alla Russia. Il leader cinese Xi Jinping dovrebbe visitare Mosca nei prossimi mesi.

Wang ha quindi voluto fugare ogni dubbio dicendo che “le relazioni sino-russe hanno resistito alla prova delle turbolenze internazionali e sono mature e durevoli”.

La preoccupazione per queste rinnovate “relazioni” sono dovute al fatto che l’assistenza militare cinese alla Russia potrebbe portare il conflitto russo-ucraino ad espandersi su una scala più ampia.

Anche il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato all’Associated Press che ci sono stati “alcuni segnali” che la Cina potrebbe essere pronta a fornire armi alla Russia, affermando anche che l’Alleanza sosterrà l’Ucraina “per tutto il tempo necessario”.

Ieri le due camere del Parlamento russo hanno intanto approvato a tempo di record e all’unanimità la sospensione del trattato New Start con gli Usa per la limitazione delle armi nucleari, annunciata ieri da Putin. Ma per la Russia, ha sottolineato il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov, una guerra atomica rimane inammissibile.

Sempre ieri di fronte ad uno stadio gremito, Putin ha revocato un decreto del 2012 che sollecitava lo sviluppo di buone relazioni con l’Ue, gli Usa e la Nato e prometteva tra l’altro di collaborare a una soluzione del problema della Transnistria nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale della Moldavia.

Si ritorna, pertanto, a parlare del riconoscimento dell’integrità territoriale moldava, messa in discussione dai separatisti filorussi della Transnistria, una fascia di territorio lungo il confine con l’Ucraina che ospita un contingente di circa 1’500 soldati di Mosca.

La revoca del decreto del 2012 è destinato ad aumentare le tensioni con la Moldavia, la cui presidente, l’europeista Maia Sandu, ha accusato recentemente la Russia di preparare un colpo di Stato a Chisinau per portare il Paese nella sua orbita, aprendo così un nuovo fronte ai confini dell’Ucraina.

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