Italia, Francia e Unione Europea dovrebbero dialogare per impostare una strategia comune da attuare in Libia, poichè in ballo ci sono interessi vitali nel campo energetico grazie ad una importante presenza decennale di Eni e Total nel campo della ricerca degli idrocarburi
di Massimiliano D’Elia
Teheran sta cercando di espandere le sue reti commerciali in Africa. Per tale scopo si starebbe servendo di una compagnia di navigazione iraniana che da tempo utilizza alcuni porti libici sotto il controllo dell’Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar. A rivelare la notizia un editoriale su La Verità. Si tratta della Rahbaran Ornid Darya Ship Management (ROD), una società privata che offre servizi di gestione per le industrie offshore e di spedizione su vasta scala a livello globale. La ROD gestisce cinque compagnie di navigazione con oltre 7 grosse navi che comprendono portacontainer, cisterne e navi portarinfuse.
La ROD risulta essere stata già sanzionata dall’Ufficio per il controllo degli asset esteri del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti perchè controllata dalla Quds, un’unità delle Guardie della Rivoluzione Islamica Iraniana specializzata in operazioni di intelligence all’estero. Da questa rivelazione emerge il sospetto sui traffici del generale Khalifa Haftar, come noto stretto alleato di Vladimir Putin, che si servirebbe, appunto, di una socierà irananiana per commerciare con Teheran e con altri paesi sanzionati dalla Comunità internazionale. Alcuni osservatori sostengono che la compagnia ROD possa trasportare armi e munizioni, tramite la rotta libica, a favore di gruppi terroristici africani non disdegnando forniture anche agli Huthi e Hezbollah. Non solo armi ma anche droga e traffico di esseri umani potrebbe far parte di una strategia più grande di Russia e Iran tendente a favorire l’instabilità dell’intero Medio Oriente.
La presenza di navi iraniane nei porti libici è stata ufficializzata di recente, durante la visita del presidente iraniano Ebrahim Raisi in Africa nel luglio 2023. Inoltre, l’Islamic Republic of Iran Shipping Lines (IRISL), già sanzionata dagli Stati Uniti nel 2007, ha ripreso i suoi servizi verso il porto libico di Misurata. Secondo La Verità, ciò riflette un aumento significativo del commercio tra l’Iran e i paesi africani nel 2023, con quasi 50 accordi di cooperazione economica e commerciale siglati fino a marzo 2023, secondo il Ministero degli Esteri iraniano.
La presenza sempre più marcata di aziende iraniane e russe in Libia preoccupa l’Unione Europea e l’Italia, specialmente considerando la vicinanza geografica della Libia alle coste italiane e il flusso continuo di migranti attraverso il Mediterraneo.
La Russia è, invece, ancora più incalzante dal momento che, di recente, ha aperto la propria ambasciata a Tripoli. Russia e Iran potrebbero però interferire e non poco con gli interessi, dichiarati, della Turchia in Libia costringendo Erdogan ad aumentare la sua presenza sul territorio, mediante l’invio di altri consiglieri militari, ovvero ulteriori navi nell’area di interesse.
Italia, Francia e Unione Europea dovrebbero, pertanto, cercare di dialogare maggiormente per impostare una strategia comune da attuare in Libia, poichè in ballo ci sono interessi vitali nel campo energetico grazie ad una importante presenza decennale di Eni e Total nel campo della ricerca degli idrocarburi.
Un dialogo da molti invocato che, nei fatti, risulta però di difficile attuazione perchè nel Vecchio Continente ogni Nazione si muove, in ordine sparso ed ancora secondo precisi interessi nazionali che però risultano, di fatto, non più attuali laddove occorre unirsi per poter competere con l’asse asiatico sempre più agguerrito a alla ricerca della stabilizzazione di un nuovo ordine mondiale “multipolare”, al fine di scalzare il dominio egemonico americano e del mondo occidentale più in generale.
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