La società di Facebook che gestisce WhatsApp ha intentato una causa contro una delle principali società tecnologiche israeliane, accusandola di consentire ai governi di tutto il mondo di spiare 1.400 utenti di alto profilo, tra cui politici e diplomatici. L’agenzia di stampa Reuters ha dichiarato di aver parlato con “persone che hanno familiarità” con le indagini sullo scandalo della spia, che si dice sia stato lanciato “all’inizio di quest’anno”.
La cosa interessante del caso, afferma Reuters, è che una percentuale “significativa” delle centinaia di utenti di WhatsApp che sono stati presi di mira dai governi di tutto il mondo sono funzionari di “alto profilo”. Secondo quanto riferito, le vittime prestano servizio in varie agenzie governative, comprese le forze armate, di almeno 20 paesi in cinque continenti. Presumibilmente includono politici, diplomatici, ufficiali militari, accademici, giornalisti, avvocati e attivisti per i diritti umani in paesi come Stati Uniti, India, Messico, Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Pakistan.
WhatsApp sostiene che le attività di spionaggio nei confronti di questi individui sono state abilitate da NSO Group, una società israeliana di sviluppo software specializzata in tecnologie di sorveglianza. La società di proprietà di Facebook sostiene che NSO Group ha sviluppato specificamente una piattaforma di hacking che consente ai suoi utenti di sfruttare i difetti nei server di WhatsApp al fine di ottenere l’accesso ai dispositivi telefonici delle persone interessate. Almeno 1.400 utenti di WhatsApp hanno avuto i loro telefoni compromessi tra il 29 aprile e il 10 maggio 2019, afferma WhatsApp.
NSO Group, la cui clientela è composta esclusivamente da agenzie governative in tutto il mondo, nega qualsiasi illecito. La società afferma che i suoi prodotti sono progettati per “aiutare i governi a catturare terroristi e criminali”, afferma Reuters. Ma WhatsApp e Citizen Lab, un’iniziativa di ricerca con sede presso l’Università di Toronto, che ha collaborato con WhatsApp sul caso del gruppo ONG, affermano che almeno 100 delle 1.400 vittime erano giornalisti, attivisti politici e avvocati che le difendevano. Non ci sono state sovrapposizioni tra le indagini penali o terroristiche in corso e quelle prese di mira dal software del gruppo NSO, sostengono.
I nomi nell’elenco delle vittime dello spionaggio non sono noti. Ma Reuters ha affermato che, a seconda dell’elevato profilo delle vittime, lo scandalo della spia del gruppo WhatsApp-NSO potrebbe avere conseguenze politiche e diplomatiche in tutto il mondo.