WORKSHOP INTERNAZIONALE “INVESTIGATING CULTURAL PROPERTY CRIMES: SHARING BEST PRACTICES AND ENHANCING COLLABORATION”

Termina oggi il workshopInvestigating cultural property crimes: sharing best practices and enhancing collaboration”, organizzato dall’Homeland Security Investigation (HSI), una divisione dell’Immigration and Custom Enforcement (ICE) degli Stati Uniti d’America, in collaborazione con il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC). L’iniziativa ha coinvolto ben 10 Paesi: Austria, Bulgaria, Emirati Arabi Uniti, Germania, Libano, Messico, Perù, Regno Unito, Spagna e Svizzera. Il workshop è nato dalla sinergica e proficua collaborazione instaurata da HSI e TPC che, specie negli ultimi anni, ha permesso il recupero e la restituzione di numerosi beni d’arte illecitamente esportati dall’Italia e commercializzati negli USA.

Scopo dell’incontro è stato quello di riunire funzionari, provenienti da diversi Paesi e appartenenti alle istituzioni coinvolte nella lotta al traffico illecito (Forze di Polizia, Magistratura, Dogane), al fine di condividere l’esperienza maturata sul campo e discutere alcuni recenti casi di contrasto alle attività criminali. Tra questi, è stata analizzata la rapina dei 17 capolavori al Museo di Castelvecchio e sono state esaminate le soluzioni adottate per superare le criticità emerse nel corso delle indagini. Il tutto, al fine di poter individuare e condividere le migliori best practice in campo internazionale. I Paesi che hanno aderito all’iniziativa sono coinvolti, a vario titolo, nella lotta al traffico di beni culturali: taluni poiché Paesi di origine, altri di transito, altri ancora in qualità di Paesi di destinazione di beni provento del traffico illecito. Ognuno, a seconda del ruolo ricoperto o che, potenzialmente, può rivestire nella lotta a questo importante fenomeno criminale, è intervenuto al workshop, portando con sé la propria esperienza e il proprio modo di avvertire e affrontare il problema “traffico illecito”, anche quale fonte di finanziamento delle organizzazioni terroristiche. Il contributo dato dall’esperienza, internazionalmente riconosciuta, dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e la partecipazione delle prestigiose istituzioni degli Stati che hanno inteso aderire al seminario, hanno conferito all’evento un valore unico e simbolico. Tutti uniti nella lotta alle aggressioni al patrimonio culturale che alimentano il relativo traffico: questo è il messaggio che si intende trasmettere anche nelle attività di sensibilizzazione alla cultura della legalità. In qualità di relatori, oltre ai Carabinieri del TPC, sono intervenuti magistrati, funzionari degli enti di controllo doganale, analisti, ed esperti del settore italiani e statunitensi. Durante il seminario è stato effettuato, altresì, uno stage sul campo, in materia di repressione degli scavi clandestini, presso l’area archeologica della Banditaccia di Cerveteri. L’evento, primo nel suo genere, è stato l’inizio di una serie d’iniziative addestrative che il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale sta organizzando in favore di quei Paesi che vorranno accettare la sfida per la tutela del patrimonio più prezioso: la cultura.

di Redazione

WORKSHOP INTERNAZIONALE “INVESTIGATING CULTURAL PROPERTY CRIMES: SHARING BEST PRACTICES AND ENHANCING COLLABORATION”

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