Due ore e diciassette minuti, tanto è durata la telefonata tra Joe Biden e Xi Jinping, si tratta della quinta volta che i due leader si sentono per telefono sulle questioni più calde del Mondo. La prossima volta, si sono ripromessi, si incontreranno di persona. Apparentemente, leggendo i comunicati stampa lanciati al termine della telefonata, i due avrebbero avuto uno scambio “diretto e onesto” per ridisegnare la cornice dei rapporti tra Usa e Cina.
Il presidente americano ha rassicurato il suo omologo cinese sul sostegno degli Stati Uniti alla politica dell’Unica Cina, avvertendo che non saranno tollerati colpi di mano. “La politica Usa” sull’isola “non è cambiata”, lo riporta a chiare lettere la nota ufficiale diffusa dopo il colloquio.
QUESTIONE TAIWAN. Biden ha evidenziato a Xi che Washington si oppone “fermamente agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo o minare la pace e la stabilità attraverso lo Stretto“. Un alto funzionario della Casa Bianca ha spiegato che su Taiwan c’è stata una conversazione “diretta e onesta ma restano delle differenze”. E proprio per gestire queste differenze, ha chiarito la fonte dell’amministrazione, è necessario mantenere aperti i canali di comunicazione “come hanno fatto i due Paesi negli ultimi 40 anni”.
Xi Jinping ha mantenuto la posizione facendo sapere agli Stati Uniti che “chi gioca con il fuoco si brucia“. La Casa Bianca si è rifiutata di confermare tale affermazione di Xi.
“Entrambi i lati dello Stretto dell’isola appartengono ad un’unica Cina”, ha enfatizzato il presidente cinese ribadendo la “ferma opposizione al separatismo” e “all’interferenza di forze esterne“. “Non lasceremo mai spazio alle forze indipendentiste“, ha messo in chiaro il leader di Pechino.
QUESTIONE DAZI. Altro dossier che ha contribuito ad incrinare i rapporti tra Usa e Cina sono i dazi imposti da Donald Trump su miliardi di dollari di prodotti cinesi. Biden, al riguardo, scrive l’Ansa, è convinto che le tasse decise dall’Amministrazione precedente siano state una delle cause dell’inflazione record negli Stati Uniti e dell’impennata dei costi ma non ha ancora preso la decisione di annullarle e non ha affrontato l’argomento nel suo colloquio con Xi.
Il presidente americano, ha invece, espresso le preoccupazioni di Washington “verso alcune pratiche scorrette della Cina che danneggiano lavoratori e famiglie americane”.
Tra i due leader non è stata affrontata neanche la questione del price cap sul petrolio dalla Russia, un’idea poco gradita a Pechino che una settimana fa l’ha definita “troppo complicata“.
GUERRA IN UCRAINA. L’argomento è stato affrontato da Xi e Biden, secondo quanto riferito da funzionari della Casa Bianca ma non è chiaro se il presidente americano abbia chiesto al leader cinese di prendere una posizione contro la Russia, come invece aveva fatto nella loro ultima conversazione il 18 marzo scorso minacciando conseguenze in caso di aiuti a Mosca. Ora la Casa Bianca ritiene che questa sia una linea rossa non ancora superata da Pechino, tuttavia la Cina non ha mai condannato la Russia per l’invasione dell’Ucraina.
Nella nota ufficiale diffusa dai media statali cinesi non c’è molto di più riguardo al conflitto. Xi ha genericamente parlato del ruolo di primo piano che i due Paesi devono svolgere “nel mantenimento della pace e della sicurezza e nella promozione dello sviluppo e della prosperità globali”. Questa, ha sottolineato il presidente cinese, “è la responsabilità delle due maggiori potenze, Cina e Stati Uniti”.