di Redazione

Xi Jinping e Joe Biden hanno tenuto una proficua conversazione telefonica, a riportare la notizia i media ufficiali cinesi che hanno evidenziato come “i due leader abbiano scambiato opinioni sincere e approfondite sullo stato delle relazioni tra Cina e Stati Uniti e su questioni di interesse reciproco”. La Casa Bianca ha confermato l’incontro telefonico, specificando che si tratta della loro prima comunicazione telefonica dal luglio 2022. I due capi si sono visti di persona per l’ultima volta nel novembre 2023 in California.

La questione di Taiwan è stata definita “la linea rossa insormontabile nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti“. Durante la telefonata con Joe Biden, il presidente cinese Xi Jinping ha garantito che “non permetteremo che le attività separatiste, l’interferenza esterna e il sostegno alle forze indipendentiste di Taiwan rimangano incontrollate”. Ha inoltre aggiunto, secondo quanto riportato dalla Xinhua, “ci aspettiamo che gli Stati Uniti mettano in pratica l’assicurazione del Presidente di non sostenere l’indipendenza di Taiwan”. Biden e Xi hanno affrontato in modo “aperto” e “costruttivo” numerosi temi, come confermato dalla Casa Bianca, con Biden che ha sottolineato “l’importanza di mantenere la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan e di rispettare la legge e la libertà di navigazione nel Mar Cinese Meridionale“.

Biden ha anche sollevato con Xi Jinping le preoccupazioni degli Stati Uniti riguardo alla cooperazione tra Pechino e Mosca per il potenziamento dell’industria militare russa.

Xi Jinping ha avvertito Joe Biden riguardo alla “serie ininterrotta di misure per soffocare l’economia, il commercio, la scienza e la tecnologia cinese“, sottolineando che “se gli Stati Uniti sono disposti a intraprendere una cooperazione reciproca e a condividere i benefici dello sviluppo cinese, la nostra porta sarà sempre aperta; se insistono nel reprimere lo sviluppo ad alta tecnologia della Cina e nel privarla del suo legittimo diritto allo sviluppo, non staremo a guardare“. La CCTV ha riferito che “l’elenco delle sanzioni contro le aziende cinesi è sempre più lungo: questo non riduce il rischio, ma lo accresce“.