Zelenskij:  ” se Mosca attacca ci saranno centinaia di migliaia di ucraini pronti a combattere, e le madri in Russia dovrebbero pensarci attentamente”.

La crisi dell’Ucraina tiene la Comunità Internazionale con il fiato sospeso con Putin che sembra avvitarsi sulla sua stessa propaganda. Se da un lato la Nato, gli Usa e l’Ue sono determinate a mantenere la posizione i vari paesi europei, in ordine sparso, parlano con Putin cercando di portarlo ad intraprendere, con convinzione, l’unica strada percorribile, quella diplomatica. L’interlocuzione con Putin è dovuta soprattutto alla questione energetica. Ieri, infatti, il premier italiano Mario Draghi ha parlato con il capo del Cremlino incassando la rassicurazione sul prezzo delle forniture di gas. Sulla stessa lunghezza d’onda il premier ungherese Viktor Orbán che è volato a Mosca per compiere la missione più importante: rassicurazioni sul prezzo del gas.

Nel frattempo Inghilterra e Polonia hanno avuto contatti con il governo ucraino per rassicurarlo del pieno sostegno, in termini di finanziamenti e armi.

Putin, invece, ieri ha continuato la sua retorica contro gli Stati Uniti accusandoli “di avere ignorato le maggiori preoccupazioni per la sicurezza e di voler arginare la Russia usando l’Ucraina, imponendo sanzioni che potrebbero trascinare l’Europa orientale in guerra. Il presidente russo ha poi accusato l’Ucraina “di continue violazioni dei diritti umani e ha ammonito l’Occidente a ricordare che la sicurezza è indivisibile e non è possibile perseguirla a scapito degli altri”. E’ chiaro che l’Ucraina, ha ribadito Putin, vuole attuare il suo piano per riprendersi la Crimea, diventando anche un membro della Nato: “dovremmo entrare in guerra con il blocco Nato? Qualcuno ci ha mai pensato? Mi sembra di no”.

Ieri si sono sentiti anche i ministri degli Esteri americano e russo, Antony Blinken e Serghej Lavrov. Blinken gli ha chiesto il ritiro delle truppe di Mosca dai confini ucraini ma Lavrov, secondo gli americani, non avrebbe fornito alcuna rassicurazione in questa direzione.

Boris Johnson è volato a Kiev per ribadire che il rischio di un attacco verso l’Ucraina resta molto concreto. Londra ha elargito, pertanto, 105 milioni di euro a Kiev per sostenere l’indipendenza energetica, ribadendo la forza delle sanzioni verso Mosca ed il sostegno dato all’Ucraina alla libertà di poter scegliere autonomamente le alleanze.

Zelenskij, dopo aver ringraziato il governo inglese ha ribadito: “se Mosca attacca ci saranno centinaia di migliaia di ucraini pronti a combattere, e le madri in Russia dovrebbero pensarci attentamente”.

Alcuni ministri degli Esteri europei saranno in visita in Ucraina la prossima settimana, mentre l’Ue mette sul tavolo il suo aiuto concreto a Kiev con un pacchetto di 1,2 miliardi di euro, di cui subito disponibili ben 600 milioni.

Zelenskij:  ” se Mosca attacca ci saranno centinaia di migliaia di ucraini pronti a combattere, e le madri in Russia dovrebbero pensarci attentamente”.

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