Ieri la svolta, l’Amministrazione Usa ha fatto sapere che darà il placet ai paesi alleati al trasferimento degli F-16 all’Ucraina. Un placet necessario perchè per dare il via alla consegna degli F-16, progettati e costruiti da Lookheed Martin e General Dynamics, occorreva l’approvazione del paese detentore del progetto e della costruzione del velivolo. Ad oggi sono 25 i paesi ad aver acquisito il sistema dopo l’approvazione dell’Amministrazione e del Congresso Usa.
Gli americani si sono resi anche disponibili ad affiancare i paesi alleati (Francia ed Inghilterra) nelle fasi dell’addestramento dei piloti ucraini che dovrebbe iniziare a breve.
Era stato il premier britannico Rishi Sunak e quello olandese Mark Rutte ad aver annunciato giorni fa l’idea di far nascere una coalizione disposta a consegnare gli F-16 all’Ucraina. I paesi coinvolti sarebbero Danimarca, Belgio, Norvegia,Polonia, Romania e forse Grecia. L’F-16 ad oggi è l’unico velivolo in grado di operare in un contesto come quello ucraino.
La richiesta di Zelensky ammonta a circa 50 caccia F-16.
Secondo gli esperti l’addestramento richiede almeno 9 mesi. Nulla si sa ancora su chi fornirà gli assetti e chi si accollerà i relativi costi per i corsi e il deployment.
Ieri Zelensky è stato a Gedda per partecipare al summit della Lega araba, un modo per cercare supporto anche da paesi non appartenenti al blocco Occidentale come India, Brasile e altre nazioni del Sud del mondo.
Oggi il presidente ucraino sarà presente al G7 in Giappone dove incontrerà per la prima volta premier indiano Modi (presente come paese osservatore). Previsti incontri bilaterali con i vari rappresentanti dei sette grandi e con Biden, probabilmente per ringraziarlo personalmente sulla questione del placet alla consegna degli F-16.
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