(di Andrea Pinto) Mentre continuano gli attacchi ucraini a mezzo droni in Crimea e nella parte occidentale della Russia Volodymyr Zelensky ritratta le flebili aperture su una possibile via della pace mettento in discussione la cessione di alcuni territori in Crimea. Facendo riferimento al recente attentato al capo della Wagner Prigozhin, Zelensky ha così ritrattato da remoto al The European House – Ambrosetti workshop di Cernobbio: “Non possiamo fidarci di lui “. Egli, enfatizza Zelensky “ha dato certe garanzie a Prigozhin che poi è stato ucciso, il che significa quanto deboli siano le sue stesse parole“.
Zelensky è stato poi più diretto: “Se la Russia non lascerà la Crimea e il Donbass non ci potrà essere una pace sostenibile nel nostro Paese e quindi nemmeno in Europa“. Poi sull’Italia: “Mai avuto dubbi su sostegno italiano all’Ucraina. La nostra collaborazione con Roma è fondamentale. Vogliamo ringraziare l’Italia per il sostegno politico che ci ha dato e anche l’Ue per aver sostenuto la nostra candidatura e gli impegni per garantire la sicurezza del nostro Paese: è il momento delle decisioni forti per la nostra sicurezza e per l’Ue”.
Sulla morte di Prigozhin il presidente ucraino ha analizzato: “Se è vero che Putin ha ucciso Prigozhin, e stiamo ancora aspettando la conferma, in questo caso ci sta ancora rivelando la sua debolezza, significa che aveva paura di questo concorrente. Nonostante fosse un terrorista, faceva quello che gli aveva detto Putin. Per questo motivo occorre guardare Putin con attenzione perchè è praticamente impossibile andare a negoziare con lui”. NON SI PUO’ NEGOZIARE CON LUI, ha ribadito più volte Zelensky alla platea. Ha poi aggiunto che “in questo caos, il nemico cerca di prendere ciò che non gli appartiene: Noi difendiamo la nostra Nazione, bisogna avere rispetto della comunicazione e pensare alla pace e non alla guerra”.
Nel frattempo mentre Zelensky afferma che l’Ucraina è in grado di poter attaccarre a 700 chilometri dai suoi confini, Putin ieri ha schierato “in modalità da combattimento” il temutissimo sistema missilistico strategico intercontinentale Sarmat. A riferirmo il capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos Yury Borisov.
Il Sarmat
Testato per la prima volta con successo nell’aprile dell’anno scorso, Sarmat è un vettore di ultima generazione in grado di portare testate nucleari e oltrepassare le difese aeree nemiche.
Pronti in 50 esemplari già nel 2022 hanno una gittata di circa 20 mila chilometri, possono caricare fino a 12 – 24 testate termonucleari ed essere in grado di prendere diverse direzioni contemporaneamente.
Il Sarmat è un’arma a tutto campo e può montare anche il nuovo sistema ipersonico a planata denominato Avangard. Un’arma quest’ultima che spinse Putin a dichiarare al mondo già nel 2018: “con quest’arma saremo invincibili”. Il riferimento era dovuto al successo dei test militari sui nuovi armamenti sviluppati negli ultimi anni a tecnologia ipersonica.
L’Avangard, secondo la narrativa del Cremlino, sarebbe in grado di eludere il sistema di difesa missilistico americano, modernissimo ed infallibile fino ad oggi, il Thaad. L’Avangard, secondo gli esperti, dovrebbe effettuare, dopo il lancio, una traiettoria al di sopra del Polo Sud.
Le altre armi innovative di Putin
PERESVET. Oltre ai super missili Putin potrebbe avere ulteriore deterrenza grazie ai sistemi di combattimento basati sul Laser “Peresvet”. L’agenzia Reuters ha riferito che la Russia starebbe usando una nuova generazione di queste tipologie di armi per colpire i droni in Ucraina.
Yuri Borisov, il ministro incaricato dello sviluppo bellico, ha detto ad una conferenza che Peresvet viene ampiamente usato e che può “accecare” bersagli come i satelliti a 1.500 km di altezza. Il Peresvet ha una funzione difensiva e prende il nome da un monaco guerriero del XIV secolo, eroe della battaglia di Kulikovo. L’arma strategica è stata svelata da Putin nel 2018 ed è entrata ufficialmente in servizio nel dicembre 2019.
KALIBR. Molto interessante il recente schieramento dei missili da crociera Kalibr (subsonici-supersonici) sulle navi da combattimento.
Secondo l’agenzia russa Interfax un sottomarino russo, ad aprile scorso, avrebbe lanciato missili Kalibr su obiettivi militari ucraini dal Mar Nero. Lo ha affermato il ministero della Difesa russo. “L’equipaggio di un sottomarino della flotta del Mar Nero ha sparato una salva con missili da crociera Kalibr su obiettivi di terra precedentemente identificati dal Mar Nero“, ha affermato il ministero.
I missili Kalibr (nome in codice Nato SS-N-27 Sizzler ed SS-N-30A), noti anche come 3M-54, 3M-14 ed R91, sono missili cruise di fabbricazione russa lanciabili da navi di superficie e sottomarini in funzione anti-nave,anti-sommergibile e da attacco terrestre. Lo sviluppo di questi missili è stato curato dal Design Bureau Novator.
Il missile fa parte di un sistema modulare che, oltre a conservare nelle diverse versioni un certo numero di componenti comuni, è compatibile con un sistema di lancio verticale universale che la Marina russa ha gradualmente adottando su tutte le sue unità maggiori. Sarebbe in in fase di test una versione autosufficiente camuffata da container per trasporto merci, al fine di rendere più difficoltosa l’individuazione del complesso.
L’intera famiglia Kalibr è stata sviluppata a partire dal 1985 e la sua esportazione è iniziata a partire dal 1993. E’ stato mostrato per la prima volta in pubblico nel 2021 e la Nato stabilì le sue designazioni con l’identificativo SS-N-27A. E’ definito un missile 3M-54 a tre stadi, mentre con la designazione SS-N-27B si sarebbe riferito alla versione 3M-14 a due stadi.
I missili Kalibr, lunghi più di 6 metri, rappresentano uno dei pilastri delle capacità offensive dell’esercito del Cremlino con una gittata stimata di circa 1.500-2.500 chilometri. Nel 2015 sono stati usati durante il conflitto in Siria: 26 missili Kalibr sono stati lanciati attraverso navi russe spostate per l’occasione nel Mar Caspio. In quel caso i missili hanno volato per circa 1800 chilometri prima di raggiungere i loro obiettivi.
Poi nel 2017 e 2018 sono stati registrati altri test missilistici effettuati dalle fregate russe Gepard.
L’ultimo test a gennaio del 2022 da posizione sommersa nel Mar del Giappone. Del test ha dato conto il ministero della Difesa russo – ripreso dalla Tass – precisando che “il missile ha colpito l’obiettivo costiero nel poligono Syurkum, nella regione di Khabarovsk nel tempo previsto” e che “il missile è stato lanciato da una distanza di oltre 1.000 chilometri”.
ZIRCON. Il missile ipersonico Zircon (mille chilometri, Mach 8-9) antinave (invisibile ai radar) è stato testato a fine maggio scorso. Noto anche come 3M-22 Tsirkon è stato progettato per distruggere le più grandi unità navali e terrestri – portaerei, incrociatori e cacciatorpedinieri – è considerato una delle armi più micidiali di fabbricazione russa.
Il missile è stato lanciato dalla fregata Ammiraglio Gorchkov dal Mare di Barents verso il Mar Bianco, entrambi nel Mar Glaciale Artico. Può viaggiare a una velocità vicina a Mach 9 (circa 11mila chilometri orari), ad altitudini comprese fra i 30 e i 40 km, dove l’aria è più rarefatta e l’attrito inferiore.
Subscribe to our newsletter!